Elphinstone Reef, geograficamente nel Mar Rosso egiziano, è un luogo che ogni sub porta in fondo alla propria anima, uno di quei siti di immersione che non si dimenticano facilmente.
Immersioni per esplorare Elphinstone Reef
Chi ci è stato lo ricorda di solito come uno dei migliori al mondo. È un reef a forma di banana, lungo e stretto, allungato da nord a sud. Si trova 20 miglia a nord di Marsa Alam e 6,5 miglia a est di Marsa Abu Dabbab. E in corrispondenza delle due punte, nord e sud, si fanno di solito due immersioni mitiche, un po’ impegnative.
Due tuffi quindi. Cominciamo da nord, dove un falsopiano si allunga in mare tra pesci pelagici di ogni specie, battuto da venti forti e di solito costanti, da nord, che fanno ballare non poco il gommone di appoggio.
Il lungo falsopiano sommerso digrada dai -12 fino ai -45 metri. L’immersione è un drift, si scende sul falsopiano e ci si muove secondo quello che la corrente consiglia.
Si possono incontrare squali martello, squali grigi i magnifici silvertip, mentre grossi banchi di barracuda e carangidi fanno da sfondo.
E il temuto momento di rientrare è già arrivato. La risalita si fa sulla superficie in falsopiano o, se la corrente è troppo forte, a ridosso della punta.
Elphinstone Reef, “la roccia dell’Elfo”
Ed è il momento di Elphinstone sud, col suo mitico arco sommerso. Che, scendendo dal lato ovest della secca, si materializza maestoso con la sua parte superficiale a -25 metri e la base a -55 metri. Il grandioso arco naturale è alto circa 8 metri, largo altrettanto e delimita l’estrema punta meridionale del reef.
L’immersione al mattino, quando la luce arriva da est, consente di godersi la magia dei fasci di luce che fendono le oscurità, con un po’ di fortuna dal blu compariranno banchi di pelagici e squali.
Attraversato l’arco, al centro del passaggio, un grosso blocco monolitico a parallelepipedo sarebbe, secondo una leggenda, la tomba di un Elfo che aveva deciso di farsi seppellire sotto questo magnifico arco. Da qui il nome Elphinstone “la roccia dell’Elfo”. Secondo un’altra storia si tratterebbe addirittura che del sarcofago di un faraone.
Comunque sia, anche ammettendo che la fantasia galoppa, la suggestione del luogo è davvero magica e risaliamo con un certo rammarico. Sul pianoro è un’esplosione di vita e colori.
Una cosa, banale se vogliamo, ci ha sempre colpito nelle nostre immersioni a Elphinstone. L’impressionante quantità di anthias arancioni che tappezzano tutta la lunghezza del reef, che lo rendono vivo e pulsante col loro continuo spostamento, in alto per mangiare il plancton, verso il riparo del reef ogni volta che emettiamo le bolle, e il rumore li spaventa. Al di là dell’emozione dello squalo che si avvicina curioso, del banco dei predatori che incrocia nel blu, i veri padroni di questo reef sono loro, col loro incessante pulsare e col loro contrasto di colore, piacevole nota calda tra i raggi di luce e il blu intenso.